La dinastia sabauda nacque negli anni turbolenti che, all’inizio del secondo millennio, videro il consolidamento in Europa del feudalesimo ereditario. Insediata in una valle delle Alpi Occidentali, la Maurienne, ben presto seppe espandere i suoi domini al di qua e al di là dello spartiacque alpino controllando alcuni assi strategici per l’attraversamento della catena montuosa. Quei valichi permettevano ed agevolavano i collegamenti fra la penisola italiana e le regioni sempre più importanti, delle Fiandre, della Francia e dell’Inghilterra, il Moncenisio, il Piccolo e il Gran San Bernardo. Passavano eserciti e mercanti, imperatori e pellegrini. Il controllo di questi passi non sarebbe stato possibile senza un’adeguata forza militare e la capacità di assicurarsela e di mantenerla contraddistinse i Savoia per otto secoli, fintanto che l’evoluzione delle organizzazioni statali europee impose la definizione di confini attestati sulle linee spartiacque.
Ne parla Giancarlo Melano (storico, segretario generale dell’Associazione Amici del Museo d’Artiglieria). Melano ha scritto “Testimone del Risorgimento. Il Museo Storico Nazionale d’Artiglieria di Torino”, edito dal Centro Studi Piemontesi.
A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.
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Febbraio 15, 2022
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